Tuesday, May 26, 2020

STEP#13 La pianificazione delle industrie

Nella seconda metà del Settecento inizia la prima rivoluzione industriale che modifica profondamente la società. Le industrie tessili, nate inizialmente in Inghilterra, si diffondono in poco tempo in tutta Europa e in America, rimpiazzando il lavoro domiciliare che fino a quel momento veniva svolto dai contadini nei periodi in cui non lavoravano i campi. Il grande successo è dovuto ad capacità produttiva molto maggiore rispetto a quella a domicilio, utilizzata nel periodo preindustriale, grazie all'invenzione di nuove macchine e ad una pianificazione e stratificazione del lavoro. Questa pianificazione fu particolarmente studiata dal filosofo ed economista Adam Smith (1723-1790), che scrive nel suo "Ricerca sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni":
«Prendiamo dunque come esempio della divisione dei lavoro una manifattura di poca importanza, cioè una fabbrica di spilli. Un operaio non addestrato a questa attività, non abituato all'uso delle macchine che vi si impiegano e all'invenzione delle quali la stessa suddivisione del lavoro ha probabilmente dato occasione, con tutta la sua fatica e attività potrà appena produrre uno spillo al giorno, e certo non ne farà venti.
Ma come oggi si esegue tale manifattura, non solo essa è un mestiere speciale, ma si divide in molti rami, dei quali i più sono altrettanti mestieri particolari. Un uomo tira il filo di metallo, un altro lo raddrizza, un terzo lo taglia, un quarto lo appunta, un quinto lo arrotola all'estremità dove deve farsi la testa. Farne la testa richiede due o tre distinte operazioni: collocarla è una speciale occupazione, pulire gli spilli è un'altra, e un'altra ancora è il disporli entro la carta; e così l'importante mestiere di fare uno spillo si divide in circa diciotto distinte operazioni. Ho veduto una piccola fabbrica di questa manifattura ove dieci uomini soli erano impiegati e ciascuno eseguiva due o tre di queste operazioni. Benché fossero poveri e non avessero macchine moderne, pure riuscivano a fare 48.000 spilli in un giorno. Se avessero lavorato separatamente e indipendentemente l' uno dall'altro, ciascuno di loro non avrebbe potuto compiere altro che 20 spilli».
In queste righe Smith parla della specializzazione dell'operaio che, al contrario dall'artigiano, impara a fare sempre e solo poche operazioni sul prodotto, per ottimizzare il lavoro, e non a produrlo per intero. Oltre ai grandi problemi etici che si sono sviluppati intorno alla figura dell'operaio, la pianificazione del lavoro è stata la base della produzione industriale ed è stata progressivamente evoluta e resa più efficiente nel corso degli anni, con l'introduzione di nuove macchine, fonti di energia, con l'invenzione della catena di montaggio  '900 e con la meccanizzazione del lavoro. 

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