Sunday, May 31, 2020

STEP#19 La pianificazione di un esperimento

Un esperimento è una serie di operazioni mirate alla misurazione di grandezze riguardanti un dato fenomeno, allo scopo di dimostrare un'ipotesi o verificare una teoria. Per svolgere un esperimento è necessario fare una pianificazione che fissi le modalità dell'esperienza stessa affinché si possano raggiungere dei risultati attendibili. Questa pianificazione consiste nel conoscere l'ipotesi e le variabili necessarie a misurarla e stabilire la modalità con cui raccogliere i dati. Quest'ultimo processo coinvolge anche la statistica, in quanto le scelte da effettuare sono volte a contenere l'effetto della variabilità sperimentale e a ridurre conseguentemente l'errore.
Un esempio molto famoso è l'esperimento del piano inclinato di Galileo Galilei, che dimostra che i corpi cadono subendo un'accelerazione uniforme (ipotesi). L'esperimento consiste nel far scendere lungo un piano inclinato una sfera. Si può notare che che cambiando la lunghezza del piano inclinato esiste una proporzionalità diretta tra lo spazio e il quadrato del tempo (variabili). Per verificare l'ipotesi risulta necessario provare diverse volte cambiando la lunghezza del piano. Con questo esperimento Galileo riuscì a formulare legge generale della caduta di un corpo libero, verificando così l'ipotesi utilizzando la pianificazione di un esperimento.

STEP#18 La pianificazione di una truffa

Nei primi di maggio di quest'anno La Stampa ha dedicato un articolo a un fatto di cronaca riguardante una truffa ben pianificata. Tre uomini sono riusciti a rubare diversi oggetti di valore custoditi in una cassetta di sicurezza di una palestra. Per farlo i tre ladri si sono finti clienti inscenando un piano ingegnoso: uno dei truffatori ha controllato esattamente cosa la vittima stesse mettendo nella cassetta, un'altro la ha seguita per controllarne i movimenti, il terzo è riuscito ha convincere la ragazza alla reception a tranciare il lucchetto, dicendo di aver perso le chiavi dell'armadietto ed elencando dettagliatamente quali oggetti avesse depositato. Alla fine però il piano è fallito, poiché la polizia è riuscita a individuare i truffatori.

STEP#17 L'abecedario di pianificare

A - attività
D - decisione
E - efficienza
F - finanziamento
G - Gantt
I - investimento
L - lavoro
M - mansione
O - organizzazione
P - pianificare
Q - qualità
R - rischi
S - SWOT
T - tempistica
U - utilità
V - vincoli 

Saturday, May 30, 2020

STEP#16 Taylor e la pianificazione industriale

Frederick Taylor (1856-1915) è stato un ingegnere ed un imprenditore statunitense, impegnato nella ricerca di metodi che migliorassero l'efficienza nelle industrie. Fu l'ideatore del taylorismo, una teoria riguardante il management. Egli elaborò il suo metodo di organizzazione scientifica del lavoro, spiegata nel suo libro "L'organizzazione scientifica del lavoro", che aveva l'obbiettivo di minimizzare il lavoro ed ottimizzare i tempi di lavorazione. Per far ciò, secondo Taylor, era necessario scomporre il più possibile il processo di produzione di un determinato oggetto pianificando e organizzando attentamente ogni operazione. La sua teoria consisteva nel "one best way", ossia che esisteva un unico modo per produrre il più possibile con il minor sforzo possibile. Era fondamentale scegliere l'operaio più adatto per svolgere un determinato compito, cronometrarlo ed allenarlo per aumentare la sua efficienza. I compiti erano molto specifici in modo tale che non fosse difficile specializzare il lavoratore. Il funzionamento dell'azienda era così standardizzato che era possibile fare una pianificazione anticipata delle mansioni: le conoscenze che venivano raccolte dal lavoro degli operai erano analizzate dalla direzione, che così facendo aveva tutti i dati per controllare anticipatamente le fasi e i tempi del ciclo produttivo, che non dipendevano più dalle caratteristiche di ogni singolo lavoratore. La pianificazione risulta così un pilastro fondamentale della teoria del taylorismo, che troverà un'applicazione pratica con l'introduzione nelle industrie della catena di montaggio da parte di Henry Ford, che porterà alcune migliorie al sistema di Taylor che aveva subito numerose critiche.


STEP#15 La catena di montaggio

Fin dall'inizio dell'era industriale gli imprenditori erano alla ricerca di metodi produttivi sempre più efficienti, che permettessero di produrre il più possibile nel minor tempo possibile.
Con i primi del Novecento ci fu un'invenzione destinata a cambiare profondamente il sistema industriale in vigore: si tratta della catena di montaggio introdotta per la prima volta dall'imprenditore Henry Ford nel 1913 nella sua omonima fabbrica. Essa è costituita da un nastro trasportatore sopra il quale circolano diversi oggetti che che vengono man mano assemblati, fornendo alla fine del ciclo il prodotto finito. Si tratta di un metodo davvero innovativo, poiché permette di ridurre notevolmente i tempi di produzione. Ma  per diminuire i tempi non basta la presenza della catena di montaggio: infatti tutti i processi produttivi vanno pianificati a fondo affinché il flusso non si fermi mai. In passato erano gli operai a coprire ogni singolo processo e bisognava organizzare l'ordine delle lavorazioni, decidere i mezzi da usare, individuare le singole operazioni da svolgere e i tempi di ogni mansione, affinché la fabbrica potesse andare a massimo regime. Ai giorni d'oggi invece sono delle macchine computerizzate a svolgere la maggior parte dei lavori, mentre i lavoratori ne controllano il giusto funzionamento. Questi robot sono progettati e programmati affinché possano ricoprire in modo esaustivo il compito che devono svolgere, inserendosi perfettamente nel piano produttivo dell'industria, evidenziando quanto sia fondamentale aver pianificato in anticipo tutti i passi da seguire.


STEP#14 La macchina da scrivere e la tastiera

L'Ottocento fu un secolo ricco di innovazioni tecnologiche e una di queste fu la macchina da scrivere.  E' difficile attribuire l'invenzione poiché per tutto il XIV secolo furono diversi coloro che ne progettarono un prototipo.
Nel 1846 l'italiano Giuseppe Ravizza, che risulterebbe l'effettivo inventore, costruì una macchina da scrivere e la chiamò cembalo scrivano. Prima di lui un altro italiano, Agostino Fantoni, aveva creato una sua versione della macchina già nel 1802. Ciononostante furono degli americani i primi a commercializzarla. Uno di loro, Cristopher Latham Sholes, realizzò un prototipo della macchina da scrivere nel 1874, che possedeva una piccola barra, chiamata martelletto, che, battendo su un foglio di carta carbone sovrapposto ad un foglio bianco, imprimeva le lettere su quest'ultimo. Da questo momento la macchina venne perfezionata sempre di più, diffondendosi in tutto il mondo.
La disposizione dei tasti della tastiera fu oggetto di attenta pianificazione, con il duplice obiettivo di ottimizzarne l'usabilità e la funzionalità. Il risultato fu il sistema QWERTY, ancora oggi usato nelle tastiere dei computer. In questo sistema le lettere più usate sono poste lontane tra loro, per evitare che i martelletti si incastrassero tra di loro inceppando i meccanismi. Allo stesso tempo la disposizione è stata studiata per semplificare la scrittura, con un'attenta divisione dei tasti per le due mani: quando una batte l'altra si posiziona.
Macchina da scrivere Sholes con tastiera QWERTY

Tuesday, May 26, 2020

STEP#13 La pianificazione delle industrie

Nella seconda metà del Settecento inizia la prima rivoluzione industriale che modifica profondamente la società. Le industrie tessili, nate inizialmente in Inghilterra, si diffondono in poco tempo in tutta Europa e in America, rimpiazzando il lavoro domiciliare che fino a quel momento veniva svolto dai contadini nei periodi in cui non lavoravano i campi. Il grande successo è dovuto ad capacità produttiva molto maggiore rispetto a quella a domicilio, utilizzata nel periodo preindustriale, grazie all'invenzione di nuove macchine e ad una pianificazione e stratificazione del lavoro. Questa pianificazione fu particolarmente studiata dal filosofo ed economista Adam Smith (1723-1790), che scrive nel suo "Ricerca sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni":
«Prendiamo dunque come esempio della divisione dei lavoro una manifattura di poca importanza, cioè una fabbrica di spilli. Un operaio non addestrato a questa attività, non abituato all'uso delle macchine che vi si impiegano e all'invenzione delle quali la stessa suddivisione del lavoro ha probabilmente dato occasione, con tutta la sua fatica e attività potrà appena produrre uno spillo al giorno, e certo non ne farà venti.
Ma come oggi si esegue tale manifattura, non solo essa è un mestiere speciale, ma si divide in molti rami, dei quali i più sono altrettanti mestieri particolari. Un uomo tira il filo di metallo, un altro lo raddrizza, un terzo lo taglia, un quarto lo appunta, un quinto lo arrotola all'estremità dove deve farsi la testa. Farne la testa richiede due o tre distinte operazioni: collocarla è una speciale occupazione, pulire gli spilli è un'altra, e un'altra ancora è il disporli entro la carta; e così l'importante mestiere di fare uno spillo si divide in circa diciotto distinte operazioni. Ho veduto una piccola fabbrica di questa manifattura ove dieci uomini soli erano impiegati e ciascuno eseguiva due o tre di queste operazioni. Benché fossero poveri e non avessero macchine moderne, pure riuscivano a fare 48.000 spilli in un giorno. Se avessero lavorato separatamente e indipendentemente l' uno dall'altro, ciascuno di loro non avrebbe potuto compiere altro che 20 spilli».
In queste righe Smith parla della specializzazione dell'operaio che, al contrario dall'artigiano, impara a fare sempre e solo poche operazioni sul prodotto, per ottimizzare il lavoro, e non a produrlo per intero. Oltre ai grandi problemi etici che si sono sviluppati intorno alla figura dell'operaio, la pianificazione del lavoro è stata la base della produzione industriale ed è stata progressivamente evoluta e resa più efficiente nel corso degli anni, con l'introduzione di nuove macchine, fonti di energia, con l'invenzione della catena di montaggio  '900 e con la meccanizzazione del lavoro. 

STEP#12 Pianificare nel medioevo

La costruzione di grandi opere da parte dell'umanità è iniziata in tempi antichi, partendo dagli immensi monoliti fino ad arrivare ai moderni grattacieli. Ogni epoca ha garantito il perfezionamento della tecnica che ha permesso costruzioni sempre più complesse ed imponenti. Ma di fondamentale importanza è stata la logistica dietro a questi edifici, che si è migliorata al pari dei miglioramenti in campo tecnologico. Senza una buona pianificazione sarebbe stato impossibile innalzare i pesanti blocchi di Stonehenge o il grattacielo più alto al mondo, il Burj Khalifa.
Nel Medioevo cattedrali e abazie in stile gotico richiesero grandi sforzi non solo progettuali ma anche logistici. Nel suo taccuino di appunti e disegni relativi all'arte di costruire cattedrali, Villard de Honnecourt ci mostra non solo la progettazione della chiesa ma ci descrive anche tecniche, macchine e suggerimenti nel modo di operare, sottolineando così l'importanza della pianificazione. Anche i castelli avevano bisogno di grandi studi prima di essere eretti. In particolare lo studio del territorio era fondamentale, poiché il castello doveva trovarsi in una posizione strategica per poter sventare eventuali minacce ed essere più facilmente difendibile. Un esempio della pianificazione geografica si può ritrovare nella posizione dei castelli della Valle d'Aosta: ogni castello è visibile da quelli adiacenti in modo da poter mandare messaggi di pericolo ai castelli vicini.

Cattedrale gotica di Strasburgo
Cartina castelli della Valle d'Aosta

Thursday, May 21, 2020

STEP#11 Il piano di emergenza per il COVID-19

Nei primi mesi di quest'anno un epidemia si è abbattuta sul pianeta. Un virus altamente infettivo del gruppo dei coronavirus chiamato COVID-19 ha contagiato milioni di persone in pochi mesi, causando migliaia di morti.
In particolare in Italia il contagio ha avuto un grave sviluppo, tanto che il governo ha dovuto varare un piano di emergenza per contenere il problema. Il piano si è evoluto nel tempo rispondendo a diversi obbiettivi. In una prima fase l'obbiettivo principale è stato la salvaguardia della salute pubblica e la riduzione della pressione sulle strutture sanitarie: la misura principale è stata il lockdown, ossia il divieto di uscire di casa, se non per pochi selezionati motivi, e la contestuale chiusura di molte attività produttive e commerciali. Superato il picco del contagio si è resa necessaria una cauta e progressiva riapertura delle attività commerciali per evitare danni eccessivi al sistema economico del paese e attualmente ci troviamo in questa fase. Poiché l'emergenza non è ancora finita il governo continua a monitorare la situazione pronto a modificare il piano di emergenza, con nuove chiusure o più veloci riaperture, seguendo l'evolversi degli eventi. 
Il piano delle misure del governo con il loro evolversi temporale è dettagliato al seguente link: http://www.governo.it/it/coronavirus-misure-del-governo.

STEP#10 Pianificare nella cinematografia

L'azione della pianificazione è ricorrente in molti film. Spesso i protagonisti sono obbligati ad inventarsi un piano per superare le varie sfide e raggiungere i propri obbiettivi.
Vorrei soffermarmi su un film dove la pianificazione rapida ed efficace risulta fondamentale per il raggiungimento dell'obbiettivo finale: si tratta di "Apollo 13" , una pellicola tratta da una storia vera che racconta della spedizione spaziale dell'omonimo Apollo 13.  L'obbiettivo della missione è l'allunaggio, ma un incidente compromette la sicurezza del razzo, così si dove rinunciare ad atterrare sulla luna e tutti gli sforzi si volgono invece alla salvezza e salvaguardia dell'equipaggio. Risultano quindi fondamentali le decisioni prese dalla sala di comando che deve pianificare un piano di emergenza in pochissimo tempo per consentire alla navicella di tornare sulla Terra. 
Soffermiamoci su alcune scene in particolare.



In questa prima sequenza ingegneri e tecnici si trovano davanti alla prima importante scelta del piano: quale sia la migliore traiettoria da far seguire al razzo.



Si tratta di una scena dove viene a crearsi un grave problema, quello della mancanza di energia, ed è proposta una veloce anche se provvisoria soluzione. Verso la fine del film verrà poi trovata una soluzione definitiva che permetterà di fare i passaggi necessari all'atterraggio sulla Terra.



Nell'ultima scena che voglio proporvi, forse la più significativa, vengono proposti tutti gli step per una giusta pianificazione (analisi del problema, individuazione delle risorse disponibili, selezione della migliore soluzione tra diverse alternative ed esposizione del piano). La richiesta è assai difficile a causa della mancanza di strumenti adatti e la soluzione deve essere trovata in maniera repentina. Ciononostante anche davanti a questo problema, i personaggi riescono a individuare una soluzione che sarà fondamentale al compimento della missione.

Saturday, May 16, 2020

#STEP9 Pianificare: l'azione catturata in un quadro

Ilya Repin, "The Revolutionary Meeting", 1883, Tretyakov Gallery, Mosca, Russia

Sebbene siano rare le opere delle arti figurative dove viene rappresentata l'azione di pianificare, qui riporto un esempio dell'artista russo Il'ja Repin. Come suggerisce il titolo, "The Rivolutionary Meeting", il quadro rappresenta un gruppo di rivoluzionari intenti a organizzare un piano di rivolta.

Tuesday, May 12, 2020

STEP#8 Roma antica e la pianificazione

In epoca preistorica le tecnologie erano molto semplici e non c'era bisogno di un'attenta pianificazione per creare oggetti artigianali. Pianificare diventa invece fondamentale per la costruzione delle grandi opere, che iniziano ad essere realizzate con l'avvento delle civiltà. Dobbiamo per esempio pensare all'organizzazione per l'edificazione di una piramide o di un tempio greco.
La civiltà che ha fatto della pianificazione uno dei pilastri portanti per il proprio successo fu quella romana. La loro pianificazione urbanistica ha contribuito ha rendere le città belle e sicure, simbolo di potenza, quella strategica a portato numerose vittorie in guerra che anno consentito un'espansione territoriale, quella sociale ha dato una solida organizzazione e stratificazione della società. Le grandi opere che vennero costruite dai romani sono molto famose ancora oggi, molte vennero usate per secoli dopo la caduta dell'impero e sono frutto di una minuziosa pianificazione. I romani erano attenti a ogni singolo dettaglio: la forza lavoro da impiegare, i costi, la materia prima, l'utilità dell'opera, la sua manutenzione, ecc. Importanti esempi di questa loro meticolosa pianificazione furono gli acquedotti e la rete stradale, che si estendeva per tutto il territorio romano e consentiva di connettere importanti centri commerciali. Entrambi ebbero un ruolo fondamentale nella Roma antica. Importanti informazioni riguardanti gli acquedotti ci sono giunte grazie ad un trattato scritto da Sesto Giulio Frontino, il De aquaeductu urbis Romae. Il suo intento era quello di scrivere un'opera incentrata sull'organizzazione alla base della costruzione e della manutenzione dell'acquedotto con particolare attenzione ai costi e alla parte amministrativa piuttosto che all'ingegneria e alla tecnologia utilizzata. Tutto ciò sottolinea come i romani avessero un attenzione per la pianificazione spesso maggiore a quella che dedicavano per la progettazione.

Pont du Gard

STEP#25 Un ultimo sguardo al "pianificare"

In questo blog abbiamo analizzato la parola "pianificare", vedendo come la pianificazione è stata ed è tuttora fondamentale all...